"The results from science can be tested, repeated and used by others. Successful science works; when the model doesn't work, scientists begin anew to find one that does. Over and over they repeat their attempts until something, even if only the smallest something, works. Small something by small something, the rewards from science accumulate and grow into ever more useful solutions for human problems. [...] Given the same opportunities, there is no reason for men and women to differ in the results of their scholarship."
S. Howard
Leggendo questo studio una domanda sorge spontanea più di altre. Non è forse venuto il momento di smetterla di avere due storie parallele, la storia dei libri più diffusi e la storia di nicchia delle studiose di professione?
Mi spiego meglio; in qualsiasi libro di storia, ancora oggi, il contributo femminile passa talmente in secondo piano che per avere una visione più completa della realtà occorre cercare monografie specifiche che, nella maggior parte dei casi, trattano a loro volta solo di donne. Il risultato è che, a seconda del filone seguito, si avrà l'impressione che le maggiori scoperte appartengano all'una o all'altra metà dell'umanità.
L'interesse di questo libro, in ogni caso, è almeno duplice.
Innanzitutto mantiene vivo il ricordo della difficoltà di tutte le nostre ave - e di buona parte delle nostre contemporanee - ad avere accesso all'istruzione superiore e ad avere la possibilità di seguire le proprie vere inclinazioni. E' incredibile pensare a tutti i contributi persi e gli intelletti sprecati, nonché all'infelicità delle singole persone, a causa dell'ottusità della razza umana.
In secondo luogo, restituisce un vivido affresco delle (non così poche) donne che invece ce l'hanno fatta, in oltre 3 millenni di storia e grazie alla loro passione e determinazione, a garantire il proprio contributo alla continua evoluzione scientifica.
Il libro è una sorta di florilegio di nomi, vite e scoperte in cui, ancor più che la fatica, ci resta addosso l'incredibile passione per le scienze che ha portato queste nostre "colleghe" di altri tempi ad andare oltre le convinzioni sociali e scientifiche di ogni epoca.
"The love of the subject, I think, it's extremely important, not just the curiosity but the love of it. And then off course the curiosity and the trying to satisfy it."
Una lettura da consigliare a coloro che ancora stanno scegliendo quale percorso di studi intraprendere e anche, perché no, a tutte noi che qualche percorso lo abbiamo già intrapreso ma che manteniamo intatta la nostra curiosità e sete di conoscenza.
E come l'autrice stessa riporta,
"No longer are we 'women astronomers' but simply 'astronomers', no longer are we 'women scientists' but simply 'scientists'".
E' quindi davvero giunto il momento di inserire le nostre donne del passato nelle storie presenti e nelle speranze future.
"Our hidden giants are no longer hidden".